Montecilfone

Rabbia in paese: boccone avvelenato uccide pastore maremmano

Ha cercato disperatamente di salvarsi dopo aver ingerito il boccone avvelenato: prima ha bevuto, poi si è rotolato nella pozza di acqua ed infine ha scavato nella breccia prima di accasciarsi a terra e morire.

E’ stato ucciso da alcuni ignoti che gli hanno preparato un lauto spuntino ripieno di veleno: è successo a Montecilfone giovedì 19 luglio. Il primo ad accorgersi della vicenda è stato il padrone del cane che alle 6 del mattino era uscito di casa a cercarlo. Lo ha trovato riverso a terra, con la bava alla bocca e senza respiro. Una morte lunga ed atroce: il cane ha tentato di bere nel vano tentativo di salvarsi, si è poi rotolato nella pozza di acqua sperando di stare meglio ed infine ha scavato nella breccia per la disperazione di un destino ormai segnato. A nulla sono serviti i tentativi di liberarlo dalla dose mortale e di rianimarlo: il pastore maremmano era rimasto vittima di una mano vigliacca che ha colpito nella notte. “E’ tornata la mano dell’avvelenamento a Montecilfone” commentano alcuni residenti.

L’esemplare, provvisto di chip, non si allontanava quasi mai dalla sua abitazione: quando lo faceva era per controllare il gregge, durante il pascolo, con amore e dedizione. I residenti lo descrivono come un cane “mansueto, sempre sulle sue, che non si faceva avvicinare da nessuno e che non dava alcun problema”. Con tutta probabilità il cane era nel mirino dei vigliacchi da tempo, visto che lo hanno ucciso in casa sua. “Non scendeva mai in paese e non ha mai aggredito nessuno”, ha affermato un residente.

Resta da capire il perché di un gesto così vile e poco umano nei confronti di un cane dal carattere docile che non si era mai allontanato dalla residenza, se non per svolgere il suo compito di guardare il gregge. Attività che amava e che gli consentiva di spendere diverse ore all’aria aperta in mezzo al verde. Ancor più preoccupante è il fatto che il boccone avvelenato sia stato lasciato in un giardino privato. E’ bene ricordare, infine, che la normativa vigente punisce simili atti attraverso la legge 189 del 2004 contro il maltrattamento e l’uccisione di animali.

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