Basso molise

Dubbi sui depuratori, mentre il nuovo impianto non entra in funzione: “Rischiamo grosso”

Che referenze ha fornito Florio Group per gestire il depuratore del Sinarca? Perché il modulo non entra in funzione? Il collaudo è stato fatto?  Un gruppo di cittadini che si firma Termoli nel Futuro chiede risposte al sindaco e agli Amministratori sul caso del servizio idrico fognario che rischia di trasformarsi a breve in una nuova emergenza.

Se il collaudo del depuratore del Sinarca sia stato fatto o meno, nessuno lo sa e nessuno lo dice. Una cosa certa, già oggetto di conferme da parte del Comune di Termoli, è che la Dondi, la società che all’epoca aveva vinto l’appalto per costruirlo e con la quale è stato rescisso il contratto per “gravi inadempienze”, il collaudo non l’ha fatto. Altra cosa certa è che il modulo costato la bellezza di 4 milioni di euro e rotti non è entrato in funzione. Non ancora. E c’è chi scommette che non entrerà mai in funzione perché non ha nemmeno il connettore, il sistema di raccordo per garantire il trasporto delle acque nere.

 

Dall’Amministrazione risposte vaghe, ormai da anni, su una questione che invece scotta, e che non può essere sottovalutata. Come difatti chiede un gruppo di cittadini, che al di là della nota apparentemente anonima firmata “Termoli nel futuro” hanno nomi e cognomi (chiaramente verificati) che per il momento preferiscono non rendere pubblici per << evitare strumentalizzazioni politiche>>.

In una nota pongono al sindaco e ai consiglieri, sia di maggioranza che di minoranza, una serie di domande che meritano una risposta, tanto più in un momento particolare come quello attuale, con il pienone di turisti imminente e, per l’ennesima estate, un unico depuratore funzionante. Un depuratore – quello del porto, realizzato oltre 30 anni fa e con una capienza limitata – che inoltre funziona male e costa tantissimo, e che non basta a fronteggiare la richiesta di Termoli. Indagini, sequestri, polemiche, accuse e contro-accuse finora non sono bastati a risolvere il rebus della depurazione a Termoli. Che resta una criticità pericolosamente vicina all’emergenza.

 

La “rogna” parte da lontano, come spiega il comitato. << Nel giugno del 2013 è scaduto il contratto con la Crea. Per quale motivo quest’Amministrazione, come la precedente del sindaco Di Brino, ha concesso ulteriori proroghe successive, invece di valutare assetti gestionali nuovi, conciliabili con la Legge sulle risorse idriche molisane, cercando nel contempo di svolgere un ruolo di aggregazione degli altri Comuni del Basso Molise e/o altri Enti operanti sul territorio, per una gestione pubblica?>>. Sintetizzato: perché per fare una nuova gara d’appalto e affidare il servizio idrico a un gestore privato si è aspettato l’ultimo momento? Anzi, si aspetta ancora dal momento che la convenzione con Crea è scaduta da un pezzo e l’Amministrazione Sbrocca ha deciso di ricorrere a una procedura d’urgenza per reperire una ditta disposta a prendere in gestione almeno il nuovo modulo del Sinarca?

depuratore sinarca

 

<< Parliamo della Florio Group che, “nei termini di massima urgenza”, sostituirà a breve la Crea o Acea che sia.  Ma ci chiediamo: come sono stati valutati gli elementi dell’offerta della Florio Group? In deroga alle normali procedure amministrative per l’affidamento di un servizio pubblico, che prevedrebbero un bando di gara e in virtù del principio della “massima urgenza”, la selezione delle ditte è stata semplice, dato che solo una ha risposto all’“invito”. Il Sindaco e i suoi collaboratori che hanno gestito la vicenda si sono domandati per quale motivo nessuna ditta, fatta eccezione per la Florio Group, ha risposto per accreditarsi alla “procedura negoziata senza gara” per la gestione dell’impianto di depurazione del Sinarca e per la gestione idrica e le utenze termolesi, tenuto altresì conto che l’affidamento è temporaneo per soli 7 mesi? Quali sono gli elementi di valutazione in base ai quali la Florio Group ritiene conveniente effettuare una gestione provvisoria (per una durata così breve) dell’intero servizio idrico nella Città di Termoli, e come pensa di affrontare gli oneri finanziari ed economici di una attività così complessa? Esiste un piano di investimenti della Florio Group per la gestione provvisoria per un periodo di appena 6/7 mesi del servizio idrico della Città di Termoli? Quali referenze ha fornito la Florio Group nell’ambito della gestione del servizio idrico della Città di Termoli – compresa la parte amministrativa per la gestione delle utenze? Come e da chi sono state valutate tali referenze?>>.

Florio Group è una ditta di Foggia che si occupa degli impianti idrici e del servizio igienico sanitario della città pugliese, finita in cronaca in più occasioni per problematiche legate ai mancati pagamenti degli stipendi ai dipendenti. Il dubbio che non possieda la floridità economica necessaria per sostenere l’anticipo sulle spese dell’acqua del depuratore (che poi l’utenza “rimborsa” tramite bollette) è più che legittimo. Come è legittimo il dubbio sulla effettiva entrata in funzione del nuovo depuratore del Sinarca, che dovrebbe alleggerire il vecchio e malmesso impianto del porto.

<< Nei giorni scorsi – continua Termoli nel Futuro – si è pensato, ottimisti, che venga messo finalmente in funzione grazie a Sbrocca & C., ma siamo convinti del contrario.  Perché? Potremmo dire che, pare, non sia completo (manca il connettore? manca il collaudo? manca…).  Si tratta forse di difformità dell’impianto rispetto al progetto? Come è stato possibile arrivare alle fasi conclusive della realizzazione dell’impianto, per rilevare “le gravi inadempienze”?  Non stiamo parlando di un’opera che si tira su dalla sera al mattino; il lavoro di costruzione di un’opera di ingegneria idraulica complessa come può essere un impianto di depurazione richiede tempo, tanto tempo, durante il quale è senz’altro possibile intercettare i problemi e indirizzarne la soluzione>>.

<< Lo strumento è quello dei S.A.L. (Stato di Avanzamento dei Lavori), che sono delle riunioni tecniche tra appaltatore e appaltante, durante le quali si verifica l’andamento del progetto di realizzazione, si analizzano gli eventuali problemi emersi e quelli emergenti, per individuare le azioni correttive da mettere in campo.  Ovviamente, queste riunioni (i S.A.L.) servono anche per fare una verifica dei costi e per liquidare il pagamento dei corrispettivi maturati e spettanti all’appaltatore in funzione, appunto, dell’avanzamento dei lavori>>.

 

Da qui un altro dubbio: che qualcosa non torni e che qualcuno non abbia fatto appieno il suo dovere di controllo e verifica. << Si badi bene, si tratta di dubbi e non di illazioni. Però, è veramente inspiegabile come sia stato possibile accorgersi solo quasi alla fine della realizzazione dell’opera che l’appaltatore ha commesso “gravi inadempienze”. È difficile credere che la Dondi, ditta appaltatrice della costruzione dell’impianto del Sinarca – con la quale il contratto di appalto è stato rescisso “per gravi inadempienze” -, non abbia ricevuto nessun pagamento. Ma se ne ha ricevuti, sulla base di quali presupposti ciò è avvenuto?

Riteniamo sia un forte fattore di rischio che non sia la ditta appaltatrice della costruzione dell’impianto ad effettuarne l’avviamento; esso, l’impianto, solo dopo un congruo periodo di esercizio “in avviamento” può definirsi collaudato>>.

La Crea  non ha accettato di avviare un impianto non realizzato da essa: << Il Sindaco saprebbe spiegarci il perché, se il motivo non è quello di non volersi (giustamente) accollare il rischio di fare funzionare a regime un’opera che verosimilmente ha dei difetti strutturali?>>.

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