Cronache

Bollo auto, la Regione sconfitta rinuncia alla Cassazione ma “si vendica” con le nuove cartelle

Dopo la conferma di circa 1000 prescrizioni anche in Appello, la Regione alza bandiera bianca: le spese per il terzo grado di giudizio supererebbero i guadagni ottenuti dagli importi. Ma le cartelle relative all’anno 2015 sono già partite, con largo anticipo rispetto alle volte precedenti.

Per gli automobilisti molisani che negli ultimi anni non hanno pagato il bollo auto ci sono una buona e una cattiva notizia. La prima è che la Regione Molise non cercherà di ribaltare l’esito dei circa mille ricorsi tutti favorevoli agli automobilisti. Non impugnerà cioè le sentenze delle Commissioni Tributarie provinciali e regionali in materia di tasse automobilistiche davanti alla corte di Cassazione.

Significa che chi non ha pagato i bolli auto delle annualità fino al 2014 ma li ha impugnati può dormire sonni tranquilli: quei ricorsi sono vinti, e ora la vittoria è piena e confermata.

La cattiva notizia però è che la stessa Regione, o meglio, la Rti Ica-Creset, l’agenzia che si occupa della riscossione del tributo, memore della lezione ricevuta si sta “vendicando” con avvisi di accertamento decisamente tempestivi.

 

Centinaia di automobilisti molisani in questi giorni sono stati raggiunti dalle richieste di pagamento del bollo auto 2015, che si prescrive entro il 31 dicembre 2018, vale a dire entro i 3 anni successivi all’anno di riferimento della tassa. Finora siamo stati abituati – con pochissime eccezioni – a ricevere le ingiunzioni di pagamento allo scadere dell’anno, se non all’inizio dell’anno successivo: proprio questo è costato alla Regione la bellezza di circa 300mila euro di importi non pagati che ora sono stati irrimediabilmente persi in virtù dei 952 ricorsi vinti davanti alla commissione tributaria per il principio della cosiddetta postalizzazione.

Semplificando per i non addetti ai lavori, e chiarendo nello stesso tempo quello che è stato il motivo per cui i ricorsi hanno avuto esito positivo, va fatta una precisazione. Nella giurisprudenza vige il principio della cosiddetta “scissione degli effetti di notifica”. Gli atti giudiziari cioè non possono essere soggetti a eventuali ritardi e inefficienze delle poste, per cui se vengono inoltrati entro i termini stabiliti mantengono i loro effetti, anche se arrivano in mano al cittadino ben oltre i tempi stabiliti. La Regione contava proprio su questo principio, “ma è stato evidenziato ai giudici delle commissioni tributarie – spiega l’avvocato Luca Angelucci, uno dei legali che ha incassato le vittorie – che il bollo auto non è un atto giudiziario, ma un atto sostanziale di richiesta di pagamento al quale non si può applicare il principio della scissione della notifica”.

 

Di conseguenza, per essere valida, la richiesta di pagamento sarebbe dovuta avvenire entro la fine del terzo anno successivo a quello di riferimento. Ma in Molise 952 automobilisti hanno ricevuto le notifiche a gennaio 2018. Ed è scattata la prescrizione, con buona pace della Rti Ica e delle sue casse.

Una vicenda che da mesi tiene banco, e che registra anche un paradosso capace di strappare un sorriso. La Regione Molise è infatti convinta, come si legge nella delibera del 4 luglio scorso, di poter avere ragione in Cassazione dal momento che, sostiene, la Corte Suprema si è espressa in altre circostanze in maniera opposta alle commissioni tributarie regionali. Ma ricorrere alla Cassazione per vedersi riconosciuto il diritto a recuperare i mancati introiti, ribaltando la prescrizione, significa spendere 300mila euro tra marche da bollo, valori bollati fissi, spese di notifica, contributi unificati. Questo oltre ai costi per le copie dei fascicoli da depositare, ai quali andrebbero aggiunte le spese per eventuali partecipazioni alle udienze. Considerando che gli importi dei 952 ricorsi sono circa pari a 300mila euro, la riflessione è scontata: il gioco non vale la candela. Da qui la decisione di non impugnare le sentenze, e la contestuale vendetta delle cartelle inviate in netto anticipo.

 

Infatti, per evitare di ripetere lo stesso errore, l’agenzia di riscossione è corsa ai ripari procedendo a una raffica di avvisi di pagamento per il bollo 2015 (che si prescrive il 31 dicembre 2018) già ora, a luglio. Gli automobilisti molisani inadempienti stavolta non potranno avvalersi della prescrizione: dicembre è ancora lontano. Niente da fare, insomma,  per chi sperava in un bis della vittoria ottenuta davanti la commissione tributaria.

 

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