Economia & Lavoro

Nuovo piano industriale Fiat, per lo stabilimento termolese si prospetta futuro elettrico

Azzeramento del debito e futura produzione verso l’auto elettrica. Queste le due novità più rilevanti illustrate dall’Ad di Fiat Fca Sergio Marchionne durante l’illustrazione del nuovo piano industriale 2018-2022. «L’azzeramento del debito permetterà di liberare risorse per i futuri investimenti, a partire dall’elettrificazione delle vetture». Attesa per quello che sarà il futuro dello stabilimento termolese dove si ipotizza una riconversione della produzione. «È ancora presto per fare una valutazione puntuale su quello che sarà il futuro di Termoli» afferma Mascolo della Film Cisl, mentre Guida della Uilm-Uil si augura che lo stabilimento di Rivolta del Te continui «ad essere un polo di eccellenza e di riferimento della meccanica all’interno del gruppo Fca». Contraria al nuovo piano di sviluppo la Fiom-Cgil.

Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fca, ha illustrato ieri mattina, venerdì 1 giugno, il nuovo piano industriale 2018-2022. La presentazione è avvenuta durante l’evento denominato Capital Market Day a Balocco, in provincia di Vercelli. Una delle novità più rilevanti del nuovo piano è l’investimento di 9 miliardi di dollari «per l’elettrificazione dei nuovi prodotti».

Novità che vedrà nella Fiat 500 «il veicolo ideale per una soluzione elettrica a batteria». Una notizia importante, questa, anche per lo stabilimento metalmeccanico di Termoli. Infatti, con la diminuzione della produzione di motori diesel, alcuni stabilimenti, tra i quali quello molisano dove si producono cambi e motori, dovrebbero essere riconvertiti per passare alla produzione elettrica.

Quello presentato da Marchionne è un piano industriale globale, che sposta verso l’area premium la maggior parte della produzione di vetture, con un focus importante sui marchi Jeep, Alfa Romeo e Maserati. L’Ad ha esordito affermando che «Fca azzererà entro giugno l’indebitamento netto industriale».

Questo uno dei passaggi più importanti che così viene commentato da Francesco Guida, segretario territoriale della Uilm-Uil. «L’azzeramento del debito permetterà di liberare risorse per i futuri investimenti, a partire dall’elettrificazione delle vetture, al passaggio alla guida autonoma e ai motori ibridi».

Verranno investiti «9 miliardi di dollari per l’elettrificazione dei nuovi prodotti», ha poi aggiunto Marchionne. «Dobbiamo ridurre la nostra dipendenza dal petrolio, è una delle nostre priorità. Tutto il sistema deve lavorare insieme con il giusto realismo». Una soluzione che potrebbe coinvolgere anche lo stabilimento Fca di Termoli dove si producono pezzi per motori diesel.

Parallelamente alla diminuzione della produzione di prodotti diesel dovrebbe partire la riconversione, degli stabilimenti interessati, alla produzione di macchine ibride. Tra queste la Fiat 500. «Fiat è ben posizionata per sfruttare l’opportunità della city car a batteria – aggiunge – nel segmento A la 500 è leader indubbio per prezzi e quota di mercato. Per decenni definizione di mobilità urbana, è ideale per una soluzione a batteria completa». Marchionne annuncia anche una versione Giardinetta della 500 e la possibilità di «ampliare il successo della Fiat Panda con una motorizzazione ecologica».

Parole che hanno già fatto scattare le prime parziali reazioni dei referenti sindacali. Francesco Guida, della Uilm-Uil, nell’evidenziare che per «avere più chiarezza sul futuro dello stabilimento termolese occorre aspettare>>, ma crede che lo stesso debba «continuare ad essere un polo di eccellenza e di riferimento della meccanica all’interno del gruppo Fca. Il glorioso Fire e il cambio C520 che per anni hanno motorizzato milioni di vetture del gruppo hanno bisogno di sostituti che rilancino lo stabilimento di Termoli in maniera forte».

Sulla stessa lunghezza d’onda Riccardo Mascolo, della Film-Cisl, per il quale «è ancora presto per fare una valutazione puntuale su quello che sarà il futuro di Termoli. Certo con l’azzeramento del debito e l’annuncio della produzione di sette nuovi modelli, i propositi son più che buoni». Un po’ di preoccupazione Mascolo la esprime sulla fine della produzione dei motori diesel. «Noi produciamo i cambi per quel tipo di motore e se la produzione terminerà e non verrà rimpiazzata molti operai potrebbero perdere il lavoro».

Diverso il discorso per quanto concerne la Fiom-Cgil, molto critica su tutta la linea Marchionne. «La Fiom ritiene negativa la notizia data dall’ amministratore delegato secondo cui la piena produzione sarà raggiunta nel 2022: per i lavoratori italiani continua il rinvio di altri 4 anni. È indispensabile, per la salvaguardia dell’ occupazione, che l’implementazione dei modelli e le versioni ecologiche abbiano tempi certi nella loro realizzazione negli stabilimenti».Contrarietà che Fiom ha manifestato durante tutta la giornata di ieri realizzando in tutti gli stabilimenti del gruppo iniziative per mettere al centro i lavoratori. Uno degli obiettivi dell’iniziativa della Fiom «è stata nel corso di questi anni ottenere investimenti per aumentare i modelli e innovare le auto».

Giudicata positivamente, invece, «anche se in ritardo rispetto ai cambiamenti nel settore, la scelta dell’azienda di convertire le produzioni, investendo sull’elettrico e sull’ibrido: era uno degli obiettivi che come Fiom ci eravamo posti per una svolta ecologica dell’auto e per salvaguardare l’occupazione in Italia. Obiettivi di innovazione come sul self drive che, per essere realizzati, necessitano del coinvolgimento dei lavoratori a partire da chi è impegnato in ricerca e sviluppo in relazione con le Università».

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