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Rio Vivo, dopo la frana si torna a casa tra fango e crepe nei muri: “Abbiamo paura di altri crolli” fotogallery

È passato un mese da quando la frana di Rio Vivo ha invaso le abitazioni e costretto i residenti ad evacuare, ma la paura persiste nonostante i lavori di messa in sicurezza temporanea. Il pericolo ora è rappresentato dalle infiltrazioni di acqua che, per oltre un mese, si sono insediate all’interno dei muri indebolendoli e creando le prime crepe sulle pareti.

«Abbiamo ancora un po’ di timore che la frana possa crollare di nuovo». Con queste parole Antonio Mennello, residente del civico 272 di via Rio Vivo, sottolinea la paura di vivere a stretto contatto con il costone che da un anno e mezzo minaccia la sua abitazione e la sua vita. La famiglia è rientrata a casa lo scorso 6 aprile, subito dopo l’ordinanza che revocava lo sgombero emanata dal Comune di Termoli.

Dopo i lavori di messa in sicurezza temporanea che hanno consentito di disimpegnare l’area attorno all’abitazione per permettere l’agibilità all’interno della stessa, i Mennello hanno avuto nuovamente accesso allo stabile.

La situazione al suo interno, però, non è delle migliori e a distanza di cinque giorni il misto di fango e detriti invade ancora il pavimento ed i muri: «Ho provato a pulire tutto, ma ci vuole tempo – dichiara Antonio – I muri continuano ad impregnarsi di umidità, con successive infiltrazioni che stanno creando delle crepe sia interne che esterne». Non tutti i danni, non ancora quantificati economicamente, sono ben evidenti «ma ci sono. Su questa parete c’è una crepa – continua Antonio – che si è creata dopo che il costone è crollato ed ha sbattuto violentemente contro la casa».

I lavori di messa in sicurezza definitiva sono a carico del proprietario del terreno che dovrebbe provvedere a creare dei gradoni nel suolo ed un muro di protezione di cemento armato, come confermano i residenti. Oltre al civico 272, ce ne sono altri tre interessati dal rischio della frana. Per questo motivo la famiglia Mennello chiede «celerità delle operazioni di salvaguardia dell’incolumità non solo nostra ma anche dei vicini ed un risarcimento danni per ripristinare la sicurezza del fabbricato stesso».

A detta di Antonio, infatti, esiste un reale pericolo che l’abitazione possa crollare su se stessa a causa delle numerose infiltrazioni di acqua che hanno interessato il retro. Sulle pareti esterne sono ancora ben evidenti i segni lasciati dal fango durante l’ultimo crollo: oltre a parti di muro staccati e a evidenti crepe superficiali, ha iniziato a cedere anche il cemento alla base che ha creato delle fessure da cui è passata l’acqua che ha poi invaso alcune stanze.

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