Cronache

Ospedale, parcheggio dialisi occupato da abusivi. “Non c’era posto e mia zia è svenuta”

I dieci posti riservati ai dializzati alle spalle dell’ospedale San Timoteo sono sistematicamente occupati da abusivi, sia dipendenti Asrem che visitatori. «Ho inviato delle segnalazioni con tanto di foto, ma nessuno ha preso provvedimenti. Un giorno mia zia è collassata all’uscita e io ero lontano perchè non c’era posto» riferisce un giovane termolese. Il direttore sanitario ammette: «C’è una grande maleducazione, dobbiamo fare una convenzione con un carro attrezzi».

Dieci posti riservati. C’è il cartello, le strisce sono gialle, non si può sbagliare. E invece di talloncini Aned, l’associazione nazionale dializzati e trapiantati, non ce n’è manco uno. A un certo punto un signore di mezza età fa per salire in macchina. «Lei ha un parente in dialisi?» domanda legittima. «No, mi scusi, lo so che sono fuori posto. Vado via subito». Ma non è certo l’unico. All’ingresso sul retro dell’ospedale San Timoteo di Termoli è sempre così, ognuno fa come gli pare. E in qualche caso si è rischiato il peggio, come testimonia un ragazzo che accompagna sovente la zia a sottoporsi a quella sfiancante terapia per i reni.

«Un giorno non ho trovato posto, visto che non c’erano stalli vuoti. Allora mia zia è scesa da sola e non aveva la carrozzina». Molto probabilmente la signora pensava di dover percorrere solo pochi metri. Invece così non è stato. «Ha avuto un calo di zuccheri ed è collassata all’uscita» spiega il giovane termolese, indignato per una situazione che si ripete fin troppo spesso e che trova conferma in una fredda mattina di marzo in cui tutti i posti, nessuno escluso, sono occupati da auto senza il relativo talloncino Aned.

«Per ben due volte, dopo aver trovato auto che non dovevano essere lì, ho segnalato il fatto all’ufficio del direttore sanitaria. Nel primo caso mi era stato risposto che avrebbero preso in considerazione la segnalazione. La seconda volta mi hanno chiesto le foto delle macchine. E io ho tutto, foto e targhe» continua mostrando immagini eloquenti.

Ma c’è dell’altro. «Il fatto è che nella maggior parte dei casi quelle sono auto di dipendenti dell’ospedale. Non mi sembra corretto, visto che ci sono centinaia di posti a loro disposizione. Ma il problema sta a monte». Anche in questo caso una visita in un tranquillo venerdì conferma la segnalazione: fra le dieci auto “abusive”, una reca l’adesivo Asrem, un’altra quello dell’ospedale Vietri di Larino.

Il dottor Filippo Vitale, a capo della struttura sanitaria termolese da anni, non nasconde che il problema esiste. «Ci sono dei dipendenti maleducati, ma spesso sono anche i visitatori. Non so che fare, dovrò contattare un carro attrezzi e fare una convenzione. Così magari dopo due o tre auto rimosse le cose cambieranno».

Anche se fosse, a chi spetta il compito di controllare? Non certo ai vigili urbani, che non hanno giurisdizione all’interno del perimetro ospedaliero. E allora, come se ne esce? «Toccherebbe al personale dell’ospedale verificare» ammette Vitale. Pare paradossale però che il controllato e il controllore possano essere la stessa persona. Il direttore sanitario promette che prenderà a cuore la questione e si sfoga. «C’è una grande maleducazione, ormai l’educazione civica è ridotta al minimo». Impossibile dargli torto, considerando che nonostante l’ospedale abbia il parcheggio più ampio della città, c’è persino chi lascia l’auto sui prati delle aiuole, solo per fare qualche decina di metri in meno a piedi. (sdl)

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