Giulio Rivera, agente ucciso a 24 anni per difendere Moro: “È stato l’11 settembre italiano”

Ricordare com’era lui, tener viva la memoria di quel ragazzo allegro, che scherzava sempre e giocava col figlio piccolo del Presidente della Dc. Con questo animo i familiari del guglionesano Giulio Rivera, poliziotto della scorta di Aldo Moro, si accingono a celebrare i 40 anni della strage di via Fani, agguato con cui le Brigate Rosse trucidarono cinque fra carabinieri e agenti di polizia che seguivano passo passo l’onorevole, poi ucciso il 9 maggio del 1978, dopo 55 giorni di sequestro. «Era un tipo allegro e scherzoso con tutti» racconta il fratello Angelo. «Non avevamo paura che gli succedesse qualcosa». In paese molti ricordano quei funerali «a cui assistette il Molise intero». Riguardo ai brigatisti poca voglia di commentare il fatto che molti di loro hanno ottenuto la libertà. «Non sta a noi giudicare i processi. Ma una verità storica non c’è».