Cronache

Rapina finisce in tragedia, assassinati due molisani in Venezuela. Sconcerto in paese

Il 77enne Damiano Petruccelli e suo nipote Gabriel Antonio, appena 14 anni, sono stati accoltellati e uccisi in un tentativo di rapina a Guacara nello Stato del Carabobo, in Venezuela. L’anziano era originario di Sant’Elia a Pianisi, Comune lasciato all’età di 15 anni e dove era rientrato alcune volte per far visita ai parenti. Una messa in suffragio è stata celebrata in paese. In Italia vivono quattro sorelle, tutte a Roma. Il consigliere regionale Michele Petraroia invita la Regione a impegnarsi per far rientrare nella nazione d’origine quegli emigrati che cercano di sfuggire alla crisi e alla criminalità venezuelana.

Due molisani sono stati assassinati in Venezuela, in un tentativo di rapina finito nel sangue. Il fatto è avvenuto nei giorni scorsi ma la notizia si è diffusa soltanto qualche giorno dopo arrivando fino in paese, a Sant’Elia a Pianisi, dove il più anziano dei due, il 77enne Damiano Petruccelli, era nato e vissuto fino all’adolescenza. Insieme a lui è morto anche il nipote 14enne, Gabriel Antonio Petruccelli.

La vicenda conferma ancora una volta la pericolosità della nazione sudamericana, piombata nel caos e nella crisi economica con la presidenza Maduro seguita a quella di Chavez. Il fatto di cronaca e di quelli sconcertanti ma quasi all’ordine del giorno per il venezuela. È avvenuto nel negozio dei Petruccelli, nella città di Guacara dello stato del Carabobo. I molisani hanno tentato di resistere a una rapina ma sono stati aggrediti dai malviventi che li hanno sgozzati buttando addirittura i cadaveri in strada. I particolari di questa vicenda sono stati riferiti da Michele Petraroia che nelle scorse ore si è messo in contatto con il Comitato Molise Pro Venezuela avendo conferma dalla presidente Domenica Miozzi di Toro, dell’associazione molisana di Maracay dello stato di Aragua.

In realtà a Sant’Elia a Pianisi, il paese di cui era originario Damiano Petruccelli, la notizia era già giunta da qualche giorno tanto che sono stati affissi anche i manifesti funebri ed è stata celebrata una messa in suffragio.

«Il fatto ha creato sicuramente un certo sconcerto il paese sebbene non ci siano molti parenti che vivono ancora qui. Soprattutto le modalità di questa morte violenta hanno colpito molto anche noi» riferisce il sindaco di Sant’Elia a Pianisi Stefano Martino, il quale tuttavia non conosceva personalmente Damiano Petruccelli e non sa dire quando è stata l’ultima volta che l’uomo si è recato in Molise, partito all’età di 15 anni ma tornato in passato a Sant’Elia per riabbracciare parenti e amici. «Tanti lo ricordano» aggiunge Martino. Secondo voci che corrono in paese, i due sarebbero stati assaliti da un gruppo facente parte di criminalità organizzata.

Si sa invece con certezza che in Italia, e con precisione a Roma, vivono quattro sorelle di Damiano Petruccelli, il quale aveva lasciato Sant’Elia a Pianisi negli anni Cinquanta, gli anni della grande emigrazione dal Molise verso il sud America. Anni ormai lontanissimi e scelte di cui adesso molti molisani si pentono soprattutto dopo che il Venezuela è diventato uno dei paesi con il più alto tasso di criminalità nel pianeta. Proprio per questo motivo e anche in seguito alla forte crisi economica che la nazione sudamericana sta attraversando, il consigliere regionale Michele Petraroia si sta spendendo affinché si possano semplificare le operazioni di ritorno in Molise di molti emigrati.

«La crisi sempre più grave costringe le persone a vivere di espedienti, di non disporre di medicinali e generi di prima necessità, e di tentare vanamente di riprendersi la cittadinanza italiana con file interminabili e tempi lunghissimi presso i nostri Consolati. Ufficialmente nell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero risultano iscritti 140 mila persone in Venezuela ma in realtà gli oriundi superano il milione e di questi oltre 100 mila sono abruzzesi e molisani. Chi ne ha avuto la possibilità è già rientrato in Molise appoggiandosi a parenti o conoscenti, ma una vicenda di queste proporzioni non può essere gestita solo da reti amicali o dal mondo del volontariato».

L’appello alle istituzioni è chiaro ed esplicito. «Recentemente insieme a volontari dell’Abruzzo il Comitato Molise Pro-Venezuela sta promuovendo una colletta per far rientrare una famiglia di Toro che vive a Caracas con marito, mogli e due bimbe di 3 e 5 anni. In vari paesi del Molise e a Campobasso chi è tornato non ha passaporto italiano, non ha lavoro, non ha casa, ha un titolo di studio non riconosciuto, una patente non valida e non sa a chi rivolgersi per essere aiutato. L’emigrazione è un dramma e non una festa. Chi scappa dal Venezuela lo fa per mettere in salvo se stesso e la propria famiglia. Piangere o inviare corone di fiori, telegrammi o messaggi di cordoglio serve a poco. Occorre rompere il muro dell’indifferenza, dell’apatia e del disinteresse, ponendo l’emergenza venezuelana come una questione su cui le istituzioni, ciascuna per le proprie responsabilità, hanno il dovere di intervenire ufficialmente».

leggi anche
La tragedia
Assassinato in una sparatoria dopo sequestro, altro molisano ucciso in Venezuela
Originario di larino
Tragedia in Sudafrica, emigrato molisano ucciso da una banda di rapinatori nella sua tenuta
Massacrato e soffocato, si cercano i banditi
Direttore dell’ospedale di Maracaibo assassinato in casa per rubare i farmaci: è il quarto molisano ucciso in Venezuela in un anno