Cronache

Profughi sfruttati per raccolta olive: in carcere “caporale” molisano: a lui multa di 40mila €

Arrestato dai carabinieri un bracciante 53enne di Rotello per “intermediazione illecita" e "sfruttamento del lavoro”: l’uomo aveva reclutato giovani ospiti dei centri di accoglienza per la raccolta delle olive. I ragazzi, di nazionalità africana, lavoravano sette giorni su sette, senza pause e per 20 euro al giorno, in assenza di contratto e garanzie di legge. I militari di Larino e Rotello con i colleghi dell’Ispettorato del Lavoro, dopo una indagine puntigliosa, hanno portato in carcere il caporale, che è stato multato per 41mila euro. E’ il primo arresto del genere sul territorio, e potrebbe portare a ulteriori sviluppi: le indagini stanno andando avanti.

Quando nell’uliveto sono arrivati i carabinieri, lui stava coordinando le operazioni di raccolta delle olive. Impartiva ordini a quei ragazzi, che “pettinavano” gli alberi con le macchinette ma anche con i raschietti manuali, lasciando cadere i frutti sulle reti. I suoi braccianti erano giovani e giovanissimi ospiti dei centri di accoglienza della zona e lui, un molisano di 53 anni residente a Rotello, il loro capo. L’uomo che li aveva reclutati per farli lavorare senza contratto, senza alcuna garanzia prevista dalla legge (se qualcuno si fosse fatto male non ci sarebbe stata copertura assicurativa) e pagandoli una miseria.

“Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”: queste le accuse che ora gravano sul “caporale”,
pregiudicato già per altri piccoli reati, ora rinchiuso nel carcere di Larino. E’ la prima volta nella storia del Molise che un fenomeno di caporalato, sfruttamento di manodopera clandestina, sfocia in un arresto. Il 53enne è stato colto in flagranza mentre presidiava la raccolta delle olive dei suoi manovali, trattati al pari di schiavi moderni secondo la ricostruzione dei carabinieri della Compagnia di Larino e della stazione di Rotello, che hanno svolto indagini approfondite, fatte di verifiche, pedinamenti, riscontri alle segnalazioni arrivate.

In collaborazione con i militari del Nucleo Ispettorato del lavoro di Campobasso e del Comando Provinciale, hanno fatto scattare il blitz finale nell’appezzamento di Rotello dove diversi migranti, tutti in attesa di documenti, lavoravano dal mattino presto al tardo pomeriggio, sette giorni su sette, con una pausa lampo per mangiare un boccone. pagati, anzi “sottopagati” precisano dalla Compagnia frentana, circa 20 euro al giorno, meno della metà del compenso previsto.

Chiaramente tutto in nero, e senza nessun tipo di dispositivi di protezione. Una raffica di violazioni amministrative si è aggiunta alla incriminazione formale, e al bracciante 53enne molisano sono state contestate violazioni per 41mila euro. Una somma che ora dovrà pagare. Ma la sua posizione potrebbe aggravarsi ulteriormente, e per evitare che le prove vengano compromesse la Procura della Repubblica di Larino ha chiesto la detenzione carceraria. Le indagini infatti vanno avanti con l’obiettivo di scoprire che tipo di rapporto esistesse tra il proprietario dell’appezzamento e il bracciante-caporale, e se il primo fosse a conoscenza di come si lavorava sul suo terreno e ai suoi alberi.

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