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Sindaco chiede di interrare e coprire stazione. Rfi contraria, ma il Ministro apre al progetto fotogallery

Davanti a Graziano Delrio e l’ad di Rfi, il primo cittadino termolese avanza la richiesta. «Evitiamo barriere che provocherebbero una spaccatura fra le due parti della città, copriamo la stazione e recuperiamo suolo da utilizzare». Ma il dirigente delle Ferrovie Maurizio Gentile glissa. «Il progetto prevede un investimento da 700 milioni, stiamo studiando delle barriere innovative». Frattura spalleggia Sbrocca e rivendica i risultati della sua Amministrazione, mentre il Ministro alle Infrastrutture è possibilista. «Dialoghiamo e troviamo una soluzione».

Confronto aperto sul raddoppio ferroviario Termoli-Lesina fra il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, accolto nel pomeriggio di mercoledì 9 agosto al circolo della vela “Mario Cariello” e il sindaco Angelo Sbrocca. Termoli chiede che la stazione ferroviaria attuale venga “interrata” e coperta così da evitare la discontinuità attuale creata dai binari. L’amministratore delegato di Rfi Maurizio Gentile spiega che non si può o il prezzo salirebbe, ma Delrio che forse si aspettava di poter festeggiare l’approvazione del progetto, non chiude ma resta possibilista. «Dialoghiamo per trovare una soluzione».

L’impressione è che al di là dei sorrisi dentro la sala stile sauna del circolo velico termolese, ci sia ancora tanto da trattare. L’ultima parte del raddoppio ferroviario nato per eliminare il “collo di bottiglia” dei binari che frenano la velocità sull’intera linea Adriatica deve ancora trovare un progetto definitivo. Lo hanno confermato praticamente tutti davanti al pubblico, attento ma tormentato dal caldo, accorso per ascoltare le parole dell’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. In platea assessori regionali e sindaci, tecnici e imprenditori, forze dell’ordine e membri di comitati locali.

Un progetto attualmente diviso in tre tronconi che insieme sommano il totale di 35 chilometri di tracciato pensato per superare il binario unico esistente. «Per Lesina-Ripalta i lavori partiranno a dicembre» ha assicurato Delrio. Il secondo lotto è Ripalta-Campomarino. Come ha sintetizzato al termine dell’incontro la dottoressa Carmela Sica, presidente del comitato termolese che si è sempre battuto affinché i diritti di Termoli venissero rispettati, «Campomarino ha ottenuto quello che voleva e ne siamo contenti». In sostanza il tracciato dell’opera bypasserà il centro adriatico al confine con la Puglia, evitando anche il rischio idrogeologico di un improbabile ponte alla foce del Biferno.

Poi però c’è il terzo tratto, quello tutto molisano fra Campomarino e Termoli. La Sica chiede «la delocalizzazione della sottostazione ferroviaria e barriere acustiche ma non per dodici chilometri. Sarebbe uno schiaffo a una città già affettata da tangenziale, autostrada, statale». La richiesta di Sbrocca è invece quella di «interrare la stazione per evitare la spaccatura storica fra due parti della città. Sarebbe una soluzione che permetterebbe di recuperare suolo e di abbattere l’inquinamento acustico». Un progetto condiviso dal presidente Paolo di Laura Frattura. «Consentirebbe di evitare la separazione fra una Termoli Est e una Termoli Ovest. Sono convinto che anche su questo aspetto troveremo una soluzione, anche se mi rendo conto dell’investimento». Il governatore ha inoltre vantato i risultati e gli investimenti della Regione in tema di trasporto sul ferro. «Abbiamo investito sull’asse Bojano-Matrice, sulla Transiberiana, sulla linea Roccaravindola-Isernia, sulla fermata del Frecciarossa qui. Adesso il raddoppio».

L’ad di Rete Ferroviaria Italiana, Maurizio Gentile, ha gentilmente cassato la proposta. «Attualmente l’opera prevede un investimento di 700 milioni di euro. La parte Ripalta-Lesina verrà completata entro il 2022, mentre tutto verrà concluso entro il 2026». Ma il punto dolente è quello della copertura, o meglio delle barriere anti rumore. «Il progetto standard è quello di barriere alte sette metri e realizzate in un certo modo. Tuttavia stiamo studiando soluzioni innovative per evitare muri di cemento».

Mentre l’assessore Nagni ha ricordato l’impegno del Molise a far rispettare quanto richiesto rispetto alle pretese pugliesi, al Ministro è toccato fare una sorta di sintesi, senza chiudere la porta a nuove idee. «Risolviamo un problema e ce ne presentano subito un altro – ha ironizzato -. Il vecchio progetto del 2003 non andava bene e questo va detto. Non andava bene ai territori e non aveva copertura finanziaria, che adesso invece c’è». Delrio ha citato Papa Francesco quando dice che «non esistono le periferie ma occorre dare la stessa attenzione a tutti. In questo senso il Molise merita di essere protagonista nel corridoio adriatico».

Il Ministro ha plaudito alla scelta molisana «di impiegare i fondi Fsc per grandi opere e non per costruire fioriere o coprire buche. Quelle sono cose che portano voti ma non lavoro né sviluppo. Il Molise ha avuto coraggio e la nostra scelta di investire su Termoli è una scelta di sviluppo per tutto il territorio». Sulla richiesta specifica Delrio non è entrato nel merito. «Qui ci sono amministratori seri e insieme a loro dialogheremo e troveremo una soluzione». (sdl)

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