Politica

Spese pazze, Terzano assolto dal gup: “Il fatto non sussiste”

Dei tanti ex consiglieri regionali finiti nella bufera per le cosiddette ‘spese pazze’ lui ne esce fuori nel migliore dei modi. Luigi Pardo Terzano è stato prosciolto dalle accuse in fase di udienza preliminare: è il primo in Molise. Oggi, 20 giugno, il gup del Tribunale di Campobasso Teresina Pepe ha pronunciato la sentenza di non luogo a procedere perché «il fatto non sussiste».
«Sono contento e ho sempre avuto fiducia nella giustizia: per questo ero tranquillo», il commento a caldo dell’ex delegato alla caccia nel governo Iorio. «Ringrazio i miei avvocati che hanno creduto in me».
L’esponente dell’Udc doveva rispondere di peculato in relazione agli anni 2009, 2010 e 2011 per una somma complessiva di 49mila euro. Soldi pubblici che, secondo l’accusa, aveva speso in viaggi a Roma e in trasferte considerate ‘poco istituzionali’. Contestazioni che i suoi legali, gli avvocati Arturo Messere e Paolo Lanese, sono riusciti a ribaltare: «Abbiamo dimostrato che le spese sostenute erano inerenti, effettive e documentate. Abbiamo spiegato che il professore Terzano non si è appropriato di nulla e per queste ragioni confidavamo in una pronuncia di questo tipo. Lo stesso Terzano, in più occasioni, aveva fornito dei chiarimenti in sede di udienza preliminare».
Una doppia soddisfazione perché è in Molise il primo caso di proscioglimento in udienza preliminare: finora le altre pronunce del giudice erano arrivate al termine del rito abbreviato.
A Terzano erano state contestate una serie di trasferte: da San Martino in Pensilis andava a Roma. «Ma raggiungeva solo la sede del partito oppure aveva partecipato ad un congresso sempre del suo partito», puntualizza ancora l’avvocato Lanese. «Ogni volta che sostenuto una spesa ha sempre anticipato di tasca propria. Poi ha chiesto il rimborso delle spese sostenute a fronte di una legge regionale che prevedeva che queste somme erano destinate ai gruppi e potevano essere spese senza vincoli di destinazione. Lui le ha spese per una finalità politico-istituzionale».
Entro 90 giorni le motivazioni della sentenza.

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