Cronache

Per la prima volta la commissione parlamentare Antimafia in Molise

La Commissione Parlamentare Antimafia sarà per la prima volta in Molise il 27 aprile per ascoltare il Prefetto ed il Questore di Campobasso, il Prefetto ed il Questore di Isernia, i due Comandanti Provinciali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, il Capo centro della Direzione Investigativa Antimafia di Napoli, il Procuratore distrettuale di Campobasso ed Procuratori circondariali di Isernia e Larino.
Gli incontri si svolgeranno negli Uffici della Prefettura di Campobasso dalle 9.15 alle 15 e si concluderanno con una conferenza stampa prevista per le 15.30. L’evento si intreccia anche coi lavori che la stessa Commissione Parlamentare Antimafia effettuerà il giorno precedente a Foggia vista la contiguità territoriale e il crescente pericolo rappresentato dalla mafia foggiana e dalla criminalità organizzata del Gargano che sempre più spesso coinvolge il territorio del Basso Molise e i nostri comuni costieri.
«L’arrivo della Commissione Antimafia a Campobasso conferma la necessità di consolidare le azioni di contrasto alla criminalità organizzata – scrive Michele Petraroia che aveva sollecitato più volte la visita -, potenziare gli organici delle Forze dell’Ordine e della Magistratura, ripristinare il Comando Regionale dei Carabinieri, evitare la soppressione della Polizia Stradale di Larino, della Polizia Postale di Isernia e della Polizia Ferroviaria di Campobasso, rafforzare i corpi specializzati della Finanza, dei Carabinieri e della Polizia di Stato capaci di controllare l’attività dei collaboratori di giustizia presenti sul territorio, di verificare la catena degli appalti e dei sub-appalti in edilizia, e nella fornitura di beni e servizi alla pubblica amministrazione, e di risalire a chi controlla i flussi di denaro delle scatole societarie che sul territorio movimentano imprese, società finanziarie, fallimenti, concordati in bianco e acquisizioni aziendali».
Come sottolinea l’esponente di Sinistra Italia «basta alzare lo sguardo sul territorio per scorgere beni confiscati alla camorra, prestanome della ndrangheta e collegamenti con esponenti pericolosissimi inviati al confino o che scontano gli arresti domiciliari in Molise. Su questi temi si registra una fragilità degli anticorpi sociali e un silenzio assordante delle istituzioni , ma ciò che preoccupa maggiormente è che a fronte di un simile pericolo che cresce c’è uno Stato che scappa via e abbandona un territorio sempre più esposto».

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