Cronache

Cafarnao, la città di Gesù e la verde Galilea

La Galilea è la regione più a nord della Terra santa, confina a Nord con il Libano e ad est con la Siria. Il suo nome (Ghelil ha-Goim significa circondario dei pagani). È la terra più verde e rigogliosa di tutta Israele. Dalle pendici del monte Ermon (da cui nasce il Giordano) fino alla valle di Esrelon la Galilea sembra baciata dalla bellezza della natura.
La storia di questa regione affonda le sue radici nel calcolitico prima e nelle città stato di Hazor, Meghiddo e Bet-Shean. Al tempo di Gesù la Galilea non era ben vista da Gerusalemme infatti si ritenevano i galilei gente impura a contatto con i pagani. Nel vangelo di Giovanni troviamo questa espressione che la dice lunga di come veniva considerata la regione: Può mai venire un profeta dalla Galilea?” (Gv 7,52). Tuttavia nei racconti evangelici la Galilea assume grande importanza con la presenza di Gesù prima a Nazareth, per circa 30 anni, e poi per città e villaggi della regione. Il clima sereno e tranquillo della Galilea fa da sfondo alla predicazione di Gesù, ai suoi miracoli e al suo “andare per le sinagoghe della Galilea insegnando e guarendo ogni sorta di infermità” (Mt 4,23). Non a caso tra la gente di questa regione Gesù scelse i suoi primi discepoli e ne costituì “dodici” come suoi apostoli.
Dopo la distruzione totale di Gerusalemme ad opera dell’imperatore Adriano nel 135 d.C. la Galilea acquistò grande importanza anche per il giudaismo ortodosso: Tiberiade, la città pagana del tempo di Gesù, divenne la città santa più importante per i giudei, sede del sinedrio. Qui si formarono le più importanti scuole rabbiniche dalle quali uscirono i test sacri della Mishna e del Talmud e la fissazione definitiva del testo dell’Antico Testamento.

Una delle città più nominate nei vangeli è Cafarnao, mai nominata nell’Antico Testamento, assume un’importanza strategica per la predicazione del vangelo. L’evangelista Matteo chiama Cafarnao la città di Gesù dove fece “il maggior numero di miracoli” (Mt 11,20). Cafarnao e dintorni, secondo secondo le testimonianze evangeliche, è seconda sola a Gerusalemme e dintorni.
Cafarnao era una città fiorente con presidio militare, popolata ininterrottamente fin dal periodo persiano. Nonostante la sua posizione ha conservato il suo carattere di villaggio con abitazioni costruite con materiali poveri (in pietra di basalto di colore scuro) come dimostrano gli scavi archeologici, essa era abitata da operai e pescatori.
La sinagoga, la casa di Pietro, il vicino sito termale di Tabga, il monte delle beatitudini, costituiscono lo scenario naturale in cui Gesù ha operato prodigi e predicato il vangelo. Questi luoghi hanno visto nascere il vangelo, sono stati testimoni di Gesù narrante e operante, di Gesù reale della storia e della fede.
La sinagoga di Cafarnao riveste un ruolo particolare secondo quanto riportano i vangeli. Gesù vi tenne il famoso e solenne discorso dell’eucarestia riportato dal vangelo di Giovanni al capitolo 6. La sinagoga in antico non era solo un luogo di culto, essa fungeva da luogo d’incontro. Le fonti antiche attestano che la sinagoga poteva essere utilizzata come aula di tribunale, scuola, ricovero, o anche per incontri politici, riunioni sociali, deposito di fondi caritativi. Differente era il tempio, luogo essenzialmente di culto (anche se spesso il luogo degenerava in mercato); mentre per il tempio era obbligatoria la presenza di sacerdoti, nella sinagoga era richiesta la presenza almeno di 10 uomini. Il tempio in era solo a Gerusalemme, mentre le sinagoghe erano diffuse un po’ ovunque. Gesù ha frequentato, si suppone ogni sabato, la sinagoga.
Nel vangelo di Marco si narra della giornata di Gesù a Cafarnao, dei miracoli (primo quello della suocera di Pietro), dell’indemoniato, del paralitico e di tanti altri prodigi, non in ultimo la chiamata di Matteo il pubblicano che esercitava il suo mestiere di esattore delle tasse a Cafarnao.

A Cafarnao possiamo ammirare ancora la casa di Gesù, di Pietro e Andrea. È interessante notare come la casa nel vangelo di Marco non è solo uno spazio per abitare, essa rappresenta il luogo dove Gesù manifesta la sua onnipotenza e forza. La prima guarigione avviene in casa di Simone per cui Gesù rivela chi veramente sia. La casa, poi, è il luogo dove avviene l’insegnamento di Gesù, è luogo di accoglienza, di dialogo, di servizio.
Gli archeologici ci dicono che le case di Cafarnao era povere. Colpisce la mancanza di servizi igienici e di drenaggi, come anche la piccolezza delle camere, poco confortevoli.
Dopo la morte e risurrezione di Gesù la casa di Cafarnao fu trasformata in una sorta di chiesa-sinagoga dove i primi cristiani si riunivano nella memoria di Gesù. La pellegrina Egeria nel IV secolo scrive di Cafarnao: “In Cafarnao, poi, la casa del principe degli apostoli fu trasformata in chiesa; sennonché le sue pareti sono rimaste immutate”. Successivamente i cristiani bizantini nel V secolo edificarono una basilica a forma ottagonale con pavimento ricoperto di mosaici e un battistero.
Cafarnao e le città vicine intorno al lago di Tiberiade testimoniano la forte presenza di Gesù in questa regione, la sua attenzione alla diffusione della parola di Dio, alla conversione e la guarigione degli ammalati e indemoniati. A Cafarnao Gesù pronunciò il discorso del pane di vita eterna non compreso da alcuni discepoli i quali, annota l’evangelista Giovanni, se ne andarono. Sarà Pietro che confermerà la fiducia nel maestro in quelle parole misteriose sul pane di vita e dirà: “Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio” (Gv 6,68).