Cronache

“Non sappiamo cosa c’è sotto quelle nuove scuole”. Allarme geologi a 2 mesi dall’apertura

Il presidente dell’Ordine dei geologi boccia il sindaco Antonio Battista che solo ora vorrebbe delle integrazioni allo studio di vulnerabilità fatto dai progettisti su edifici vicini alle due nuove scuole materne che saranno inaugurate a settembre in via Sant’Antonio dei Lazzari e via Berlinguer. "Tecnicamente - ha scritto il presidente De Lisio - non è mai stato fatto alcuno studio geologico pertanto si ritiene non esattamente corretta la volontà del Comune di Campobasso di sanare l’irregolarità con una integrazione semmai dovrà essere condotto ex-novo".

Non possono sanare alcuna irregolarità le integrazioni volute, solo ora, dal Comune di Campobasso allo studio sulla vulnerabilità delle due nuove “scuole sicure” in costruzione in via Sant’Antonio dei Lazzari e in via Berlinguer. A farlo notare all’Amministrazione Battista questa volta non è il Movimento 5 Stelle ma il presidente dell’Ordine dei Geologi, Giancarlo De Lisio. Intervenuto nella recente polemica sulle due future materne progettate «senza coinvolgere i geologi molisani» e autorizzate sulla scorta di vecchie relazioni usate per altre due scuole vicine ai plessi in costruzione (quella in cui ha sede la scuola media Colozza in via Tiberio, a qualche decina di metri dal nuovo istituto di via Sant’Antonio dei Lazzari, e quella per la palestra della scuola elementare di via Crispi a monte di via Berlinguer), il presidente De Lisio ha bacchettato il Comune per la sua decisione poiché «uno studio geologico vero e proprio non c’è mai stato e dovrà essere condotto ex-novo». Tra due mesi quelle scuole saranno aperte e si corre il rischio che siano insicure già prima del taglio del nastro.
«Anche alla luce di recenti sentenze del Consiglio di Stato – ha fatto notare il presidente De Lisio – lo studio geologico di un sito è una condizione preliminare ed imprescindibile per la corretta progettazione e dimensionamento delle fondazioni e delle strutture. Questo studio geologico, che è ben diverso da quello di ‘studio di vulnerabilità’ a cui si è fatto riferimento, deve tener conto dell’interazione terreno-fondazioni e deve delineare un modello geologico, geotecnico e sismico del sottosuolo di interesse; questi ultimi si possono definire solo tramite appropriate indagini conoscitive».
Ma all’Amministrazione di Antonio Battista è bastato leggere la “nota di chiarimento” dell’ingegnere Rodolfo Cocozza (progettista delle due scuole ed ex dirigente comunale) «il quale – questo hanno scritto i geologi nella diffida inviata il 3 giugno scorso in Municipio e a cui nessuno ha ancora risposto – ha sostenuto che avrebbe avuto discrezionalità nell’individuare le relazioni specialistiche necessarie per la realizzazione delle dette opere, confondendo, altresì, la relazione geologica e quella geotecnica. Il medesimo progettista ha, poi, ritenuto che le opere da realizzare sarebbero di “modesta entità”, con conseguente possibilità di utilizzare le indagini e financo la relazione geologica relative all’edificio scolastico “G.A. Colozza”, che sarebbe stato realizzato sul medesimo lotto. Infine, l’ing. Cocozza, pur non avendo la necessaria competenza professionale, si è spinto a valutare l’idoneità di tale relazione geologica e a ritenere che non vi sarebbero stati “sconvolgimenti del sottosuolo tali da far considerare variate le caratteristiche del terreno”. Tali assunti – leggiamo ancora nella diffida del presidente De Lisio – sono aggravati dal fatto che, al di là del riferimento irrilevante e non pertinente ad uno studio di vulnerabilità degli edifici scolastici ex L.R. 38/2002 (che ha ad oggetto gli interventi urgenti per fronteggiare lo stato di emergenza conseguente agli eventi sismici del 31 ottobre 2002), non chiarisce neppure se la relazione geologica a cui ha fatto riferimento per il progetto in oggetto sia o meno riferibile alla fase preliminare, definitiva e/o esecutiva della progettazione dell’edificio scolastico “G.A. Colozza”».
Insomma la nota di chiarimento non avrebbe chiarito un bel nulla, ma a Battista è bastato comunque forse anche per spegnere le polemiche con genitori infuriati e preoccupati per la sicurezza dei loro bambini quando, l’inverno scorso, lo sciame sismico che ha investito il capoluogo, ha fatto riaffiorare la paura sulla debolezza strutturale delle scuole in città. E lo ha convinto, dopo diverse settimane, a chiudere la scuola Scarano di via Crispi.
Resta la necessità di un adeguato studio geologico che nella migliore delle ipotesi potrebbe confermare il modello previsto i progettisti. Ma anche evidenziare la necessità di un adeguamento delle strutture o, addirittura «che il modello della geologia locale sia migliore di quello prospettato dai progettisti: in quest’ultimo caso ci saranno delle strutture e fondazioni sovradimensionate rispetto a quanto sarebbe stato sufficiente se fossero stati condotti, nei dovuti tempi, gli studi geologici con un maggior dispendio di fondi pubblici».
Ipotesi, anche questa, da non augurarsi.
(AD)

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