Il bello fatto a mano

Le borse “made in Molise” di Gaetano: l’arte antica del tombolo per le donne di oggi

Gaetano Pollice, giovane stilista guglionesano, lancia la sua prima collezione di borse, realizzate da una pelletteria di Campobasso e pensate per donne raffinate come l’ispirazione che guida la sua creatività. Quella delle ricamatrici molisane che padroneggiano tombolo, fuselli e spilli per opere d’arte rinomate in tutto il mondo. E’ il vero made in Molise, il riscatto del territorio dimenticato che solo il design e la moda riescono a trasformare nella più bella delle risorse.

“Il Molise è una regione piccolissima, un gioiello incastonato tra l’Appennino Sannita e le spiagge del mare Adriatico. E io sono Gaetano e sono cresciuto a Guglionesi, un paese non lontano da quelle spiagge”. C’è chi si vergogna di essere nato nella invisibile e ignorata provincia del Mezzogiorno italiano, e chi invece vuole esportare i sapori e i colori della sua terra nel resto del pianeta. Gaetano Pollice, giovane disegnatore e stilista, fa parte di questa seconda categoria. E delle sue origini ha fatto il suo marchio di fabbrica. “Ho viaggiato, vissuto e lavorato a Milano, a Bologna, in Cina, Giappone, Rssia, Corea, India, Stati Uniti. Ma poi sono sempre tornato a casa”.

Lo avevamo salutato due anni fa, prima che partisse per Los Angeles per una esperienza nel campo della moda in America (qui l’articolo di Primonumero.it). In California c’è stato, Gaetano, ed è stato in tanti altri Paesi. Ha acquisito nuova esperienza, si è innamorato di pezzi di mondo e sguardi di gente di tante razze, è salito su un’infinità di arei per un lavoro che ama con passione. Ma con quegli aerei è sempre tornato indietro. Verso l’Italia, e verso la sua regione. Che esiste, esiste eccome, a dispetto dell’ironia dilagante, e può contare su talenti come il suo.
La sua prima collezione di borse è appunto “made in Molise”. Ispirazioni e realizzazioni molisane al 100 per cento, perché come questo creativo 34enne riparte dal Molise «con la voglia di rendere vive le tradizioni la cultura e i sapori del Molise nelle mie borse». Borse fatte a mano, con pazienza e con passione, che nelle linee eleganti e versatili e insieme ai materiali di pregio intrecciano lo spirito antico destinato a rivivere in un mondo moderno. «Ricordo quando mia nonna mi raccontava le storie del paese, accomodata su uno sgabello col cuscino broccato e polveroso, mentre l’aspro ronzio della macchina per cucire accompagnava la sua voce – racconta Gaetano – Le mie borse sono delle donne vissute in epoche lontane, che conservano tutto il mistero di una tradizione “fatta a mano” e non si imbarazzano nel camminare tra le strade di un presente che è già futuro».

Disegnate dai lui, risultato di uno studio attento e curate nei dettagli, le borse di questa collezione Made in Molise sono realizzate da Argia Pelletterie di Campobasso, madre di prodotti di ottima qualità che collabora con marchi come Prada, Doce e Gabbana, Just Cavalli. Ciò che rende speciali le borse di Gaetano è anche un’altra cosa, che si chiama tombolo. Un’arte antica, un ricamo incentrato tutto sulla manualità di donne che hanno tramandato l’arte del tombolo, dei fuselli e degli spilli di generazione in generazione, facendone un prodotto rinomato in tutto il mondo che era già apprezzatissimo dalla Regina Giovanna III d’Aragona. Il tombolo per le donne era simbiosi con il lavoro nei campi, con il lavoro in casa, con le galline che ruspavano becchime ed erba sull’aia. Era un’arte, quella dei “tummarielli” e degli spilli, che rovinava gli occhi e a cui bisognava esercitarsi da bambine, altrimenti si perdeva la pazienza e non si acquistava la passione.
«Quel lavoro per le donne era una specie di salvadanaio del tempo – dice ancora Gaetano sul suo sito internet – Le mie borse amano vestirsi a festa. Ma le mie borse sono anche donne riservate, non sfacciate. Silenziose come quando, sedute, erano intente a ricamare e muovevano le mani sicure. Avevano ripetuto gli stessi gesti migliaia di volte. Le dita danzavano con rapidità stringendo i fuselli, che ora tendevano il filo sottilissimo e ora lo allentavano, per trasformarlo in un minuscolo nodo tra migliaia. Lo spillo pungeva il disegno, trafiggeva la carta, e si nascondeva dopo aver tratteggiato astratte geometrie. Le mie borse amano vestirsi “a tombolo”, ricamate con quella stessa tecnica. I disegni ricamati sono semplici, leggeri, spontanei, simili ai “sumi-e” (墨絵) giapponesi, dipinti con inchiostro nero e tutte le gradazioni che esso può avere diluendolo con l’acqua. Vogliono cogliere l’essenza della natura, accordandosi con quel movimento ritmico dello spirito che è presente in ogni cosa. Voglio che un portafortuna accompagni le mie borse nel loro lungo viaggio. Tanti specchietti rifletteranno aspetti della realtà che la gente comune non riesce a vedere. Specchietti magici che, se farete attenzione a scrutarci dentro, vi riveleranno eventi e luoghi lontani nello spazio o nel tempo. Fatti a mano, contengono una parte delle identità dell’artigiano che li ha realizzati. E dunque tutti diversi tra loro. E’ proprio per questo che mi piace parlare di “il bello fatto a mano”. Voglio darvi tutto l’occorrente per intraprendere il vostro viaggio. Le mie borse vi faranno compagnia e se qualche volta vi ritroverete nostalgiche e pensierose, aprite lo specchietto e osservate il vostro sguardo: non è mai stato così felice perché riflette sullo sfondo i posti che più amate».

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